Emergenza Coronavirus – La formazione a distanza con MEET

meet2.

La chiusura settimanale delle scuole in tutto il Nord Italia ha posto un tema urgente, la formazione a distanza. Si può, in qualche modo, ricreare la classe e farla lavorare con attività di studio, ripasso dei contenuti ed esercizi? Certo che si può. Le opportunità sono parecchie. Una di queste si chiama MEET ed è direttamente collegata a Google Suite: tale requisito è discriminatorio per chi desidera organizzare una videoconferenza, ma chi volesse partecipare (gli alunni) non esistono vincoli. In tal caso, generata la lezione, si potranno invitare gli alunni di cui abbiamo l’indirizzo e-mail o inviare loro l’indirizzo internet della lezione online (vi farò vedere tra un po’). In sostanza: l’insegnante NON iscritto a Google Suite non può utilizzare MEET per organizzare una lezione a distanza; questo non è un problema, però, per chi deve partecipare (ovvero gli alunni).

Come fruire di Meet?

Due possibilità: 1) da PC, andando al link di Meet (se dovete solo partecipare e avete l’URL, basterà cliccare su di esso e sarete direttamente trasportati in loco); 2) Su dispositivi mobili (cellulari o tablet) scaricando l’app per Android da qui e quella per IOS da qui.

Ora, stabilito che siate insegnanti il cui istituto abbia attivato la Google Suite, ecco che fare. Ovviamente vi sarete già loggati attraverso la Home di Google con il vostro indirizzo email di istituto (ad esempio i miei colleghi si loggano con nome.cognome@icrivarolo.gov.it  in quanto il dominio icrivarolo.gov.it è stato registrato all’interno della piattaforma Google).

Bene. Allora diamo un’occhiata al menu in alto a destra e troveremo l’iconcina da cliccare.

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Ecco cosa si aprirà:

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Prima di procedere, la vedete la rotellina in alto, a destra della saetta? Cliccate e controllate le vostre impostazioni hardware ovvero videocamera, microfono e uscita audio:

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Una volta conclusa la procedura, cliccate su “Partecipa ad una riunione o avviala”:

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Inserite un titolo alla vostra lezione:

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Se le vostre credenziali vi consentono di “avviare una riunione”, vi troverete di fronte a ciò:

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In alto destra, trovate ancora il menu delle impostazioni (nel caso vi fosse sfuggito qualcosa). Cliccando su “Partecipa alla riunione”, potete cominciare la procedura di invito e il settaggio delle impostazioni di erogazione dei contenuti:

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Nel box trovate tutti i sono tutti i dati utili per reperire il link; se volete invitare gli alunni, cliccate su “Aggiungi” (il secondo):

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Dal menu a finestra potete aggiungere i nominativi degli alunni (indirizzo e-mail).

Un altro modo per invitare gli alunni è quello di trasmettere loro direttamente l’indirizzo della lezione che trovate nella barra di navigazione del vostro browser.

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Ora torniamo sulla schermata di trasmissione e attenzione alle ulteriori impostazioni:

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Cliccando, potete apportare alcune migliorie non da poco come la modifica del layout, l’opzione dello schermo pieno e eventuali sottotitoli (oltre alle impostazione hardware di base).

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Ora arriviamo al dunque ovvero la presentazione. Clicchiamo su PRESENTA ORA; due le opzioni: 1) Il tuo schermo intero

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Grazie a questa soluzione, potete utilizzare il vostro PC come quando lavorate alla LIM in classe, pertanto mostrando non solo desktop ma anche quanto di utile vi sia in rete attraverso il browser di navigazione. E aggiungo: se i ragazzi sono nella Google Suite con il loro account istituzionale, potranno lavorare in condivisione su file virtuali di videoscrittura (Documenti) o di calcolo (Fogli) molto agevolmente passando da Meet a queste app di Google, restando sempre sullo stesso browser.

Inoltre, guardate qui:

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Questa è la platea ovvero la classe, che comunica a voce, ma, se vi sono problemi di connessione tali da rendere difficoltosa la trasmissione audio, c’è anche una comodissima chat.

L’altra opzione serve sono per lo stand-by, ovvero 2) Una finestra

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La si può inserire prima dell’inizio (di solito è un orologio).

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Questo è quanto: il resto è demandato alla fantasia e al senso di organizzazione di ognuno di noi.

Chiudo con qualche appunto maturato in questi primi giorni di sperimentazione:

a) La webcam viene riconosciuta dal sistema e attivata di default quindi, appena vi collegate, è come se apriste una finestra verso l’esterno dal vostro ambiente. Usare o no la webcam in ambito didattico? Diciamo che, sul piano formativo, è ininfluente; tecnicamente vi dico che la trasmissione video erode la banda, pertanto se prof. e alunni sono tutti in webcam, voi avete la cara e vecchia ADSL e, magari, poi, se volete pure mostrare un documentario da Youtube, beh… si fa presto a mandare tutto all’aria. Meglio webcam spente (ripeto: per una ragione tecnica).

b) Audio: meglio che gli alunni lo escludano e lo utilizzino solo nel momento in cui vogliano intervenire oppure nella discussione che segue la lezione. Anche in questo caso, è un consiglio tecnico: più microfoni accessi vi sono e maggiore il rumore di fondo sarà. E, sotto sotto, anche lo streaming non ne gioverebbe (anche l’audio è fonte di dati)…

Naturalmente resto a disposizione per ricevere auspicati consigli e arricchimenti da parte di chi segue questo blog. E, dove posso, sarò ben felice di aiutare colleghe e colleghi che manifestino interesse per questa nuova (ed esaltante) diavoleria.

(Riccardo Storti – AD IC Rivarolo Genova)

 

 

 

 

La digitalizzazione degli insegnanti

2019-09-09 18_05_29-Analfabetismo digitale in Italia. Le colpe e i rimedi _ Milena Gabanelli - CorriLeggo oggi la consueta inchiesta del lunedì, su Dataroom, a cura di Milena Gabbanelli, pubblicata dal “Corriere della Sera”: si parla di analfabetismo digitale. In classifica siamo messi molto male, tra i Paesi dell’Unione Europea: quartultimi, seguiti solo da Bulgaria, Grecia e Romania. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che siamo al palo. Il 70% usa internet, ma solo il 30% sa servirsi dei servizi di Home Banking, il 13% sa compilare un modulo digitale per la pubblica amministrazione e solo il 40% è in grado di utilizzare un software da ufficio (videoscrittura, foglio di calcolo, presentazioni, etc…).

E l’indice viene – giustamente – puntato sulla scuola che non forma. Vero che, se non ci sono investimenti. è difficile “fare sistema”, però non si può nemmeno attendere all’infinito l’epifania dei finanziamenti a pioggia che inneschino la formazione, prima sui docenti, poi sui discenti. E un po’ di formazione è stata fatta (e vi assicuro che se il corso è giusto, si imparano pure delle cose “pratiche”… ), ma il problema sta nel fatto che ognuno di noi insegnanti ha difficoltà a schiodarsi dalle proprie abitudini (che talvolta chiamiamo metodo e autonomia d’insegnamento), a mettersi in gioco, a cambiare, a provarci. È un atmosfera che percepisco almeno dal 1996 (anno in cui ho cominciato a svolgere le prime supplenze): le tecnologie c’erano già e i discorsi erano gli stessi di oggi. Comprendo anche la refrattarietà di alcune/i docenti perché so che non hanno una familiarità quotidiana (quindi sistemica) con il mezzo digitale, però – che ci piaccia o no – il mondo sta andando in quella direzione e i dati del servizio della Gabanelli parlano molto chiaro. Invero va detto che non tutti i docenti percepiscono la cosiddetta “formazione digitale” come un fastidio del quale si sarebbe fatto volentieri a meno. E, alla fine, lo Stato si approfitta un po’ (eufemismo) di quei quattro entusiasti donchisciotte che girano per il corridoio brandendo cavi ethernet da infiliare da qualche parte 😁 . I dati, però, restano questi… Prima o poi, in alto, lo capiranno? Intanto, noi AD, non perdiamoci d’animo: questo è il momento propizio per fare valere quello spirito divulgativo che ci contraddistingue (già da quando non eravamo ancora AD) (R.S.)

Da Google Suite a Classroom, passo dopo passo

GoSuFEDIn questi giorni molti di voi si stanno avvicinando alla nuova piattaforma Google Suite, in adozione presso il nostro Istituto Comprensivo. Direi che l’occasione sia propizia per mettere nero su bianco almeno qualche nota pratica sulle procedure di iscrizione.

Intanto, una premessa importante: il nostro dominio icrivarolo.gov.it si è adeguato agli standard dei protocolli di Google pertanto l’accesso passa sempre attraverso la login di Google e/o di Gmail. Occhio: perché se sul vostro dispositivo (Pc, tablet e smartphone) avete già impostato un account Gmail, questo potrebbe generare un conflitto con il nuovo. Di solito ciò accade, quando sulla vostra mail privata su Gmail ricevete l’invito da GSuite (abbreviazione di Google Suite); nel momento in cui cliccate per cambiare la password trasmessa dalla piattaforma, lì si potrebbero manifestare i primi inconvenienti.

Come ovviare a tale impedimento? Prima opzione: nel caso abbiate già un account Gmail impostato sul vostro browser di navigazione, uscite da esso (“sloggatevi” 😉 ), pulite la cronologia (cancellando anche tutte le password… intanto le avrete memorizzate da qualche altra parte, no?), chiudete il browser, riapritelo e iniziate la procedura da zero.

Opzione alternativa: usate un browser “vergine”. Cosa vuol dire? Esempio pratico: vi servite abitualmente di Chrome? Bene, lasciatelo lì. Avete installato sul PC Explorer o Mozilla o Opera? Non li usate mai, vero? Ecco: usate uno di questi per l’occasione, come se fosse per la prima volta nella vostra vita (e la prima volta non si scorda mai 🙂 ).

Ulteriori delucidazioni, qui.

CHE FARE QUANDO ARRIVA L’INVITO?

  1. Arriva la mail01. Arriva mail
  2. Clicca su ACCEDI02. Clicca su accedi
  3. Leggi bene e clicca su ACCETTA03. Clicca su accetta
  4. Cambia la password

04. Cambia pass

Tenuto conto delle premesse, se tutto è filato liscio, benvenuti nella piattaforma GSuite.

Se andate all’homepage ( https://myaccount.google.com ) dovreste trovare il vostro pannello di controllo; ecco l’aspetto:

05. Home

Ma attenzione, perché la vostra “stella polare” è in alto a destra, a fianco al cerchio colorato con la lettera di riferimento, legata al vostro nome. Mi riferisco al quadratino composto dai nove puntini.

06. Menu

Quello è il menu e lì trovate tutte le applicazioni. Per ora vi segnalo la posta (con il logo gmail ma voi, una volta usciti dalla piattaforma, potrete riaccedervi sempre e solo loggandovi con il nuovo account istituzionale nome.cognome@icrivarolo.gov.it) e Classroom.

07. App

Classroom: sostituirà Edmodo e lì creerete le vostre classi; ma, al momento, non vi parlerò ancora di questo; per ora limitiamoci a capire come ci si iscriva.

ISCRIVERSI A CLASSROOM

  1. Si riceve l’invito (attenzione) sull’account istituzionale nome.cognome@icrivarolo.gov.it 

 

01. sulla mail icrivarolo.gov.it

  1. Si apre il messaggio e si clicca su ISCRIVITI02. Clicca su iscriviti
  2. Si apre CLASSROOM, clicca su CONTINUA03. Stai per entrare. Continua
  3. Ora ci sei dentro… 

04. Ci sei

 

Vi lascio anche un breve planning che spiega quest’ultima la procedura attraverso una mappa concettuale.

Mappa 02

Quanto al resto, continua a seguire gli aggiornamenti su questo blog: prossimamente illustrerò come si formino le classe e le peculiarità delle varie APP. (R.S.)

WORDPRESS – Un’alternativa a Blogger

WordPress_blue_logo.svgChi volesse utilizzare un’altra piattaforma, che consenta la creazione di un blog, può fare un pensierino su WordPress che, quanto a resa grafica, sembra possedere qualche arma in più rispetto a Blogger. Ma andiamo, come sempre, per gradi.

CREARE UN ACCOUNT SU WORDPRESS – Rechiamoci sull’Home Page della piattaforma e clicchiamo su “Inizia Ora”. Come si può notare o si crea un account “all’antica” con e-mail, user e password oppure ci si logga da Gmail.

Noi scegliamo la prima via…

2018-12-29 15_58_29-Crea un sito — WordPress

Al passaggio n. 2 vi saranno rivolte alcune domande di prammatica… rispondete pure: non costa nulla.

2018-12-29 16_03_06-Crea un sito — WordPress

Nel passaggio n. 3 vi chiederà di inserire un nome al blog e, come è naturale, vi verrà mostrato l’invito ad acquistare il dominio: se non vi interessa, cliccate sull’opzione gratuita…

2018-12-29 16_07_34-Crea un sito — WordPress

Al punto n. 4, allora confermate l’opzione “gratuita”:

2018-12-29 16_09_52-Crea un sito — WordPress

Arrivati qui, ci viene mostrato un “pannello di controllo” le cui funzioni – a ben vedere – poi non sono così diverse da quelle di Blogger, però, prima di definire l’aspetto esteriore del blog e di scrivere il primo post, dobbiamo colmare un po’ di lacune. Via agli adempimenti e seguiamo, passo dopo passo, la checklist.

2018-12-29 16_14_19-Checklist del sito — WordPress

SCRIVERE UN POST SU WORDPRESS – Giunti alla richiesta di creare un primo post (“Pubblica il tuo primo articolo”), cominciamo a vedere come si presenta il box dell’articolo e quali siano le componenti a cui fare attenzione:

2018-12-29 16_24_16-Modifica articolo ‹ lascuoleria — WordPress

Come si può notare, WordPress pensa proprio a tutto. In “Primo articolo del blog” inseriremo il titolo e nel box sottostante i riquadri. Nella barra degli strumenti tutto dovrebbe essere chiaro, no? Se siete arrivati fin qui, forse avrete fatto un po’ di videoscrittura in vita vostra 😉

2018-12-29 16_29_59-Modifica articolo ‹ lascuoleria — WordPress

Per gli elementi multimediali, è sufficiente cliccare su “Aggiungi” e scegliere cosa si voglia “incollare” sul post (procedura non diversa da quella imparata su Blogger).

2018-12-29 16_32_46-Modifica articolo ‹ lascuoleria — WordPress

Cliccando su “Media” possiamo aggiungere una fotografia, uploadandola prima dal nostro computer.

Una volta concluso il post, però, non dimentichiamo di lavorare con gli strumenti messi a disposizione sul frame di destra:

2018-12-29 16_38_29-Modifica articolo ‹ lascuoleria — WordPress

Ecco quanto aggiunto nel frame di destra:

Cliccando su “Anteprima” si può vedere il “primo post”.

2018-12-29 16_58_24-Modifica articolo ‹ lascuoleria — WordPress

A questo punto si può pubblicare, ma va detto che l’aspetto grafico lasci molto a desiderare (c’era già successo con Blogger). Ecco perché è WordPress per primo a spingerci verso un cambiamento sostanziale…

CAMBIARE L’ASPETTO

2018-12-29 17_00_47-lascuoleria – La conoscenza prima di tutto.

In alto a sinistra cliccare su “Il mio sito”, quindi su “Personalizza”:

2018-12-29 17_02_48-lascuoleria – La conoscenza prima di tutto.

La videata ci apre un ulteriore pannello di controllo per aggiungere colori di sfondo, caratteri speciali e addirittura widget:

2018-12-29 17_06_44-Personalizza La vita di Leopardi – lascuoleria

Poi sui widget c’è veramente da sbizzarrirsi (la procedura strutturale e “strategica” non è dissimile da quella di Blogger); eccovi una panoramica:

Ecco il risultato:

2018-12-29 17_13_55-lascuoleria – La conoscenza prima di tutto.

 

CAMBIARE TEMA – Ma, su “Personalizza”, se clicchiamo su “Temi”, ci vengono proposti differenti “vestiti” con cui abbigliare il nostro sito, magari in base alle nostre esigenze comunicative. Attenzione: alcuni temi sono a pagamento (qui sta la grande fortuna di Worpress) ma anche quelli gratuiti non sono male. Vediamo come arrivarci: solito ” 1 e 2″ ma cliccando, questa volta, su “Temi”:

2018-12-29 17_17_23-lascuoleria – La conoscenza prima di tutto.

 

Ecco cosa vi comparirà (selezionate l’opzione “Gratuito”):

2018-12-29 17_20_30-Free WordPress Themes ‹ lascuoleria — WordPress

A esaminarli tutti si può letteralmente uscire di testa. ma ci si può aiutare con il motore di ricerca interno (il box dove c’è la lente): lì potete scegliere in base alle prospettive comunicative (“Feature”), ai rapporti spaziali tra le dimensioni interne (“Layout”), al numero di colonne (“Column”), all’argomento (“Subject”) e allo stile grafico (“Style”).

Proviamo il modello “Ixion” seguendo i passi illustrati nell’immagine:

2018-12-29 17_29_02-Education WordPress Themes ‹ lascuoleria — WordPress

Ed è già un’altra cosa, ma lavoriamo sull’aspetto agendo con gli strumenti offerti dal frame di sinistra:

2018-12-29 17_31_29-Personalizza ‹ lascuoleria — WordPress

Alla fine il risultato potrebbe essere questo:

2018-12-29 17_42_44-lascuoleria – La conoscenza prima di tutto.2018-12-29 17_43_06-lascuoleria – La conoscenza prima di tutto.2018-12-29 17_43_20-lascuoleria – La conoscenza prima di tutto.

Questa guida ha avuto lo scopo solo di offrirvi una breve infarinatura sulle basi di WordPress, va da sé che la piattaforma possa offrire molto di più a chi ha esigenze ben definite e obiettivi ben precisi.

A tal proposito vi lascio alcuni link che potrebbero aiutarvi nell’approfondire il magico mondo di WordPress.

 

Grazie per l’attenzione.

(Riccardo Storti)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BLOGGER – Ultimi dettagli

Blogger-LogoTorniamo al punto di partenza, ovvero il “tavolo di lavoro”. Alcuni settori li conosciamo già:

2018-10-29 18_00_38-Blogger_ Blog di Scuola - Tutti i post

Altri meritano, invece, qualche minima puntualizzazione:

Statistiche: ci si può divertire a seguire i flussi di contatti che i vostri post hanno generato.

2018-10-29 18_05_39-Blogger_ Blog di Scuola - Panoramica statistiche

Commenti: qui si può regolare (moderare) la pubblicazione dei commenti dei lettori (o, in un blog di classe, il feedback dei ragazzi ai post pubblicati.

Profitti: per chi volesse guadagnare con i click (ma credo che questo ci interessi proprio poco, visto che gli obiettivi sono altri…).

Impostazioni: qui ci dobbiamo soffermare parecchio perché da questa area dipendono diversi privilegi amministrativi del blog. Non a caso è suddivisa in diversi sottomenù.

Guardiamo alle “Impostazioni di base”:

2018-10-29 18_14_30-Blogger_ Blog di Scuola - Impostazioni di base

“Post, commenti e condivisione” è la centrale dei privilegi.

2018-10-29 18_18_10-

Eccovi le altre parti del sottomenù:

2018-10-29 18_21_17-Blogger_ Blog di Scuola - Impostazioni email

2018-10-29 18_22_17-Blogger_ Blog di Scuola - Impostazioni lingua e formattazione

2018-10-29 18_22_46-Blogger_ Blog di Scuola - Preferenze di ricerca

2018-10-29 18_23_11-Blogger_ Blog di Scuola - Altre impostazioni

2018-10-29 18_23_34-Blogger_ Blog di Scuola - Impostazioni utente

Infine, se volete seguire degli aggiornamenti e notizie di blog dalla galassia blogger, cliccate su Elenco lettura e inserite l’indirizzo dei blog che vi interessano:

2018-10-29 18_31_47-Blog che seguo2018-10-29 18_32_19-Blog che seguo2018-10-29 18_32_46-Blogger_ Blog di Scuola - Elenco lettura

E con questo abbiamo proprio chiuso. La prossima avventura sarà un altra piattaforma di blog, quella di WordPress e, anche in quel caso, in fatto di versatilità non si scherza. Alla prossima. (Riccardo Storti)

 

BLOGGER – Modificare il layout aggiungendo gadget

Blogger-Logo

Mamma mia! Che titolo è mai questo? Tradurre, please!

Ok, ok… allora: il “layout” è lo scheletro del nostro blog, l’intelaiatura dei vari settori dove si sviluppa la grafica e si inseriscono i post.

Nel nostro caso, il “corpo” evidenzia ciò nella parte alta:

2018-10-29 16_18_50-Blog di Scuola

E questo nella parte bassa:

2018-10-29 16_27_21-Blog di Scuola

Ora, se avete memorizzato bene le didascalie, sarà certamente facile orientarci nella “radiografia” del blog, quindi guardando solo allo scheletro:

Parte alta:

2018-10-29 16_34_52-Blogger_ Blog di Scuola - Layout

Parte bassa:

2018-10-29 16_36_33-Blogger_ Blog di Scuola - Layout

Avrete notato che in alcuni riquadri si può “Modificare”; ad esempio l’intestazione. Clicchiamo su “Modifica” e scopriamo che…

2018-10-29 16_39_54-Blogger_ Blog di Scuola - Layout

Oltre a modificare si possono aggiungere immagini.

In altri riquadri c’è scritto “Aggiungi Gadget”. Che cosa si intende, in questo caso, per gadget? I gadget sono “dei piccoli strumenti o applicazioni che possono essere aggiunti a un sito o a un blog per ampliarne il contenuto e le funzionalità, o per pubblicare contenuti o servizi provenienti da siti di terze parti. Esistono vari tipi di gadget, come cronometri, foto, giochi o applicazioni interattive che permettono di chattare. Alcuni gadget di Blogger hanno per scopo quello di ampliare e mantenere il pubblico del tuo blog, ad esempio tenendo la lista di chi segue il blog o permettendo ai lettori di iscriversi ai contenuti del blog.” (Fonte: Wikihow)

Insomma: si apre letteralmente un mondo. Vogliamo vedere, una per una, le tipologie offerte su blogger?

2018-10-29 16_48_23-Blogger_ Blog di Scuola - Aggiungi gadget2018-10-29 16_47_42-Blogger_ Blog di Scuola - Aggiungi gadget2018-10-29 16_47_17-Blogger_ Blog di Scuola - Aggiungi gadget

Facciamo qualche esempio pratico:

Inserire il modulo della Wikipedia sul blog: prendiamo da una colonna vuota un riquadro che abbia attivo “Inserisci gadget”, sfogliamo fino a che non troviamo il gadget della Wikipedia e cliccate su “Salva”. Ed ecco che il gadget è pronto:

2018-10-29 16_55_27-Blog di Scuola

Inserire elenco dei tag:  prendiamo da una colonna vuota un riquadro che abbia attivo “Inserisci gadget”, sfogliamo fino a che non troviamo il gadget “Etichette”, modfichiamo a seconda di quello che ci serve:

2018-10-29 16_58_13-Blogger_ Blog di Scuola - Layout

Salviamo e poi guardiamo sul blog che tutto sia ok:

2018-10-29 16_59_51-Blog di Scuola

Configurare un HTML/Java Script: è il gadget che dà più soddisfazione perché significa copiare un “codice” che fa funzionare qualcosa anche in altri spazi e da altri spazi. Esempio banale: che ne dite di aggiungere un orologio? Ci vuole il codice. Bisogna cercarlo. Su Google scrivete “clock html code”: troverete “Clocklink“, scegliete l’orologio che vi piace, copiate il codice html (che troverete dopo avere cliccato su GET Free Clock) e andatelo a incollare qui:

2018-10-29 17_07_06-Blogger_ Blog di Scuola - Layout

Così:

2018-10-29 17_09_33-ClockLink.com - Free HTML5 & World Clocks

Ed ecco il vostro orologio funzionante:

2018-10-29 17_10_31-Blog di Scuola

Come avrete appreso, i gadget offrono molteplici soluzioni e risposte a qualsiasi prospettiva comunicativa che voglia arricchire sensibilmente il vostro blog.

Nel prossimo post concluderemo con un accenno a quanto abbiamo lasciato fuori dal nostro “tavolo di lavoro”.

(Riccardo Storti)

 

 

 

 

BLOGGER – Scegliere e modificare un tema

Blogger-LogoAnche l’occhio vuole la sua parte. Così il nostro blog merita una vesta adeguata alle nostre mire comunicative. Le soluzioni offerte dalla piattaforma sono molteplici, pertanto noi sceglieremo un abito, ma sappiate che avete facoltà di cambiarlo ogni volta che volete.

Torniamo sul nostro tavolo di lavoro e clicchiamo su Tema.

2018-10-29 15_20_16-Blogger_ Blog di Scuola - Tutti i post

Sarete al cospetto di una miriade di “temi” suddivisi per categorie. C’è l’imbarazzo della scelta.

2018-10-29 15_22_40-Blogger_ Blog di Scuola - Tema

Cliccando su ogni finestrella recante il modello di tema, vi apparirà l’anteprima. Fissiamone uno, ma, poi, non clicchiamo su “Applica al blog”, bensì su “Personalizza”.

2018-10-29 15_29_03-Blogger_ Blog di Scuola - Tema

E qui ci sbizzarriamo; attenzione alla parte in alto del frame di sinistra:

2018-10-29 15_31_33-Blogger_ Blog di Scuola - Designer modelli

Temi: possiamo variarli anche da qui.

Sfondo: si può variare il range delle cromie:

2018-10-29 15_34_18-Blogger_ Blog di Scuola - Designer modelli

Ma anche sostituire l’immagine di sfondo o con una consigliata dalla piattaforma o con una di nostro piacimento (noi ne sceglieremo uno di pertinenza letteraria):

2018-10-29 15_37_21-Blogger_ Blog di Scuola - Designer modelli

Modifica le lunghezze: possiamo determinare le lunghezze e i rapporti tra tutto il blog e la sidebar di destra, muovendo i cursori.

2018-10-29 15_41_44-Blogger_ Blog di Scuola - Designer modelli

Layout: qui possiamo vedere lo scheletro del nostro blog e decidere se inserire ulteriori colonne o righe, in base a quanto vorremmo inserire di contorno. In parole povere, riempire la videata complessiva del blog con eventuali spazi da riempire staticamente (le famose “Pagine” del post precedente, ma anche particolari elementi di collegamento con social network, link, liste, etc.). Questo è uno spazio che va pensato prima.

2018-10-29 15_45_34-Blogger_ Blog di Scuola - Designer modelli

Avanzato: qui si approfondisce ancora di più, visto che i sottomenù toccano ogni particolare dell’impianto grafico. Chi ha più fantasia (e buon gusto) lo adoperi.

2018-10-29 15_53_53-Blogger_ Blog di Scuola - Designer modelli

Compiute le modifiche, clicco su “Applica al blog” e mi accorgo che qualcosa è cambiato.

2018-10-29-16_00_37.jpg

Non è malaccio… ma quelle due colonne vuote ai bordi del post meritano di essere riempite. Come? Entrando nello “scheletro”, ovvero il “layout” e lì scopriremo che si può veramente trasformare il nostro blog in una potente macchina comunicativa. Come? Lo scoprirete nel prossimo post. (Riccardo Storti)

 

 

 

BLOGGER – Creare pagine

Blogger-Logo

Intanto: che differenza c’è tra post e pagina? Il “post” è un po’ la pagina del diario, che può essere modificata in itinere, mentre la “pagina” è qualcosa di statico che ci serve per fissare alcuni dettagli ben preciso sull’attività del nostro blog. Come spiega benissimo il sito Scuolissima,  “solitamente si utilizzano le pagine per creare una sezione che spiega come usare e a cosa serve il blog, la politica dei commenti, la privacy, i termini di utilizzo e la dichiarazione di non responsabilità e così via”.

Scendendo nel dettaglio,

  • I post sono illimitati, le pagine sono limitate.
  • I post sono dinamici, le pagine sono statiche.
  • I post appaiono nella homepage, le pagine sono nascoste.
  • I post sono spesso condivisi sui social, le pagine no.
  • I post si possono categorizzare, le pagine non hanno le etichette.
  • I post appaiono nei feed RSS, le pagine no.
  • I post hanno come scopo quello di attirare visitatori, le pagine solo per informare o pubblicizzare.
  • Un post non può apparire come pagina iniziale, le pagine possono sostituire l’homepage.
  • La struttura dei permalink è diversa (Fonte: Scuolissima)

Ritorniamo sul nostro tavolo di lavoro e clicchiamo, allora, su “Pagine”

2018-10-29 10_20_52-Blogger_ Blog di Scuola - Tutte le pagine

Cliccando su “Crea nuova pagina” vi si aprirà una cornice di testa identica a quella del post, ma, attenzione, questo NON è un post, è una pagina. Che cosa ci scriviamo? Beh, ci possiamo presentare raccontando perché esista questo blog e bla bla bla…

2018-10-29 10_26_05-Blogger_ Blog di Scuola - Crea pagina

Ne possiamo aggiungere altre, a seconda delle nostre esigenze.

2018-10-29 10_31_48-Blogger_ Blog di Scuola - Tutte le pagine

A questo punto la domanda è: dove vado ad inserire queste pagine? Semplice: nell’intelaiatura statica del blog, nella sua “architettura” esterna, quella che gli informatici chiamano “layout”, la disposizione degli elementi grafici statici del tuo blog. Però, per fare questo, dobbiamo, prima di tutto lavorare sul design del blog, quindi sulla disposizione dei vari elementi di contorno che andranno a variare ed ad arricchire l’impianto grafico-comunicativo del mio blog. Ne parliamo nel prossimo post. (Riccardo Storti)

BLOGGER – Come creare il blog e scrivere post

Blogger-LogoBlogger è la piattaforma blog legata a Google, pertanto, per registrarsi e dare avvio alla creazione di un nostro spazio personale, è sufficiente avere un account di gmail e loggarsi qui.

2018-10-29 08_45_36-Blogger.com - Crea un blog accattivante e originale. È facile e gratuito.

Per comodità, utilizziamo la procedura guidata dettata dal clic su “CREA IL TUO BLOG” e, poi, una volta generata la pagina di partenza, andiamo nei dettagli per capire meglio come sia organizzata l’architettura pratica di blogger.

Inseriamo titolo e indirizzo e, per il momento, scegliamo il tema (layout) più semplice (c’è sempre tempo a cambiarlo e, dimestichezza e fantasia, vi aiuteranno a fare il resto).

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Questa è la “il tavolo di lavoro” che vedrete dopo avere cliccato su “Crea il blog”. Come noterete, sul frame di sinistra vi sono numerosi strumenti che vi aiuteranno a migliorare l’aspetto del vostro blog e a consultarne le statistiche. Ne parleremo a breve.

2018-10-29 08_57_30-Blogger_ Blog di Scuola - Tutti i post  Ma, già da adesso, come viene visto il vostro blog all’esterno? Quale è il suo aspetto – diciamolo… – provvisorio? Cliccate su “Visualizza blog” e vi si paleserà in un attimo.

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Oddio… è un po’ povero. Qui c’è bisogno di un bel restyling, ma lasciamo un attimo da parte la forma e torniamo sul nostro “tavolo di lavoro” per imparare a scrivere il nostro primo post, ovvero diamo un senso al blog comunicando.

Cliccando su “Nuovo Post”, vi si aprirà un’enorme casella di testo su cui scrivere il nostro testo.

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Osserviamo con attenzione il menu in alto: è molto simile a quello che troviamo in qualsiasi programma di videoscrittura, ma, già che siamo qui, precisiamo alcuni dettagli…

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Proviamo allora a scrivere il nostro primo post:

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Per inserire un immagine (occhio al copyright, usate immagini coperte da licenza libera ovvero Creative Commons), cliccare sul relativo simbolino e scegliere l’opzione che più ci aggrada.

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Inserita l’immagine, ecco come appare il post NON ancora pubblicato.

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Pubblichiamo? Non ancora. Occhio al frame di sinistra, perché lì ci giochiamo la visibilità del blog.

Etichette: quelli sono i famosi “tag” ovvero quelle “parole chiave” che hanno la primaria importanza di creare una sorta di indice analitico degli argomenti da voi trattati (poi vi farò vedere come mettere in evidenza sulla home page questo sommario importantissimo). Non solo: i tag consentono al post di essere metabolizzato dai motori di ricerca e, alla fine, attraverso Google, è probabile che chi volesse sapere qualcosa di Leopardi finisca sul vostro blog. Anche i tag vanno scelti con oculatezza, evitando dispersione (a differenza di altri luoghi social – come Twitter, Facebook e Instagram – i tag di blogger non richiedono hashtag).

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Pianificazione: vi consente di organizzare la pubblicazione dei vostri post scansionata nel tempo.

Permalink: lì, se volete, potete personalizzare il link del vostro post, di modo da renderlo anche più facile a livello di memorizzazione.

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Ubicazione: se volete specificare il luogo dove questo post sia stato scritto, lo potete fare (questa è un’opzione assai utilizzata nei blog curati da viaggiatori).

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Opzioni: Tra le voci, attenzione perché è presente l’opzione – assai importante – circa la possibilità di scrivere commenti o no al vostro post.

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A questo punto ci siamo. Magari diamo prima un occhio all’anteprima e, se è tutto ok, clicchiamo su “Pubblica”.

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Ecco il post:

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Prima di mettere mano all’estetica, però, dobbiamo aggiungere un passo: la creazione delle “Pagine”. Questo sarà l’argomento del prossimo post. (Riccardo Storti)

 

 

 

PurposeGames. Il quiz facile e intuitivo (da realizzare)

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La rete è letteralmente invasa da da portali che consentono a chiunque di creare quiz di ogni tipo, pertanto non è facile orientarsi in questa giungla di proposte, talora, mirabolanti (nonché minate da scorie di ingannevole pubblicità).

Chi, come noi, fa didattica potrebbe partire dalla piattaforma anglosassone PurposeGames. Piccola (ma determinante) premessa: Purpose Games è in inglese, ma, come si è già scritto altrove, ciò non ci deve demoralizzare. Mal che vada, nel dubbio, potete usare anche questa guida 🙂

Ecco come si presente l’Home Page di Purpose Games:

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È una pagina in cui, sostanzialmente, si gioca. Il motto “Create, Play and Learn” (“Crea, gioca e impara”) ci comunica che subito che non manchi un occhio alla didattica; inoltre, se  osserviamo il frame di destra, ci accorgiamo che esiste anche una sorta di interattività con altri giocatori (Live Pulse). Un social network ludico di impostazione pure “didattica”? Sì, senza dubbio. Inoltre, la barra celestina del menu in alto ci fa comprendere che vi siano gruppi, premi (virtuali), tornei e classifiche. Ma il bello sta nella voce “Create” ed è da lì che dobbiamo partire. Naturalmente, per generare una  nostra “sala giochi”, dobbiamo attivare un’utenza. Si va su “Register Free” e si inserisce quanto richiesto.

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Una volta loggati, poniamo attenzione alla voce “Create” del menu. Basta raggiungere la scritta con il mouse e vi comparirà il seguente sottomenu:

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Ecco la tipologia dei quiz che potremo creare e che, adesso, andremo ad analizzare in base alle operazioni di making.

Text Quiz: molto semplice. Si formulano delle domande e si inseriscono le relative risposte. Il giocatore, nel momento in cui legge la domanda, dovrà cliccare sulla risposta giusta. A lui compariranno tutte le risposte a tutte le domande: si tratterà di scegliere quella esatta. Vediamo come fare.

Questa la schermata vuota:

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Inventiamoci, allora, un quiz linguistico: abbinare una parola in Inglese ad una in Italiano:

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Finito qui? Non proprio… Abbiamo controllato che lo opzioni di gioco vadano bene? No? Allora, cliccate su “Game Settings”:

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Qui un po’ di attenzione, please, poiché queste operazioni valgono anche per gli altri giochi, pertanto, una volta memorizzati i vari step, siamo a posto.

Possiamo decidere se rendere il nostro gioco “pubblico” o privato”.

Occhio a “How many chances does a player get” ovvero decidere quali siano le “possibilità di vita” nel gioco. Apriamo la finestrella:

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Possiamo scegliere che il gioco dia possibilità pari al numero delle domande (5 domande = 5 “vite”); oppure che il gioco finisca dopo o 1 o 2 o 3 risposte errate; oppure che il gioco finisca solo quando è completato (quindi valutando come malus ogni possibile risposta errata). Solitamente, nella didattica, al fine di contribuire ad una finalità formativa integrale, si sceglie l’ultima opzione.

“Scramble Questions or Answers?”: possiamo scegliere se mischiare solo il gettito delle domande o solo la proposizione delle risposte o entrambi.

Opzioni avanzate:

“Allow navigation between questions” prevede la possibilità da parte del giocatore di scegliere le domande, grazie ad un cursore di movimento con una freccia a sinistra e una a destra, poste agli estremi del box della parola.

“Hide answer percentage…” nasconde la percentuale delle risposte giuste, durante il gioco.

“Use fixed number of questions” consente di utilizzzare un numero prefissato di domande.

Una volta cliccato su “Save”, possiamo aggiungere l’immagine su “Add an image”; quindi clicchiamo su “Publish”, ci apparirà il link e il nostro quiz è online.

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Clicchiamo su Play e giochiamo:

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Alla fine, la classifica con le opzioni di condivisione (che i ragazzi amano particolarmente quando vogliono farsi belli… ):

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Image Quiz – Un quiz partendo da un’immagine. Quante idee… un mosaico di personaggi da riconoscere… una carta geografia muta da fare parlare… un abbecedario per imparare i vocaboli dalle illustrazioni…  E potremmo continuare. Però dobbiamo scegliere: una carta dell’Italia per insegnare dove siano le principali città ai nostri pupilli. E la prima videata ci spinge subito a cercare un’immagine adatta che potremmo scaricare dalla rete (creative commons, por favor…) per poi uploadarla.

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Una volta caricata sulla piattaforma, vi comparirà in basso e non dovrete fare altro che cliccare su “Use” per poterla utilizzare.

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Avete cliccato su “Use”? Oplà…

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Riempiamo i vari box…

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Per inserire le città da indovinare, cliccare sulla carta e seguire quanto richiede. Fate clic in corrispondenza – che so… – di Genova. Vi compare un box su cui inserire il nome della località.

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Inserite, date l’ok e ripetete l’operazione per le altre città, in base alle varie localizzazioni sulla carta.

Una volta che siete a buon punto e decidete di chiudere, cliccate su “Save” (ma prima controllate che tutto sia a posto sul Game Settings), quindi su “Publish”, pertanto cliccate sul link e sarete nel gioco.

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Cliccando sul simbolo del “play”, vi compariranno in alto i nomi delle località da localizzare e indovinare.

Da notare la variante “Create Image Quiz (Shape)” in cui, invece di inserire i puntini, si possono realizzare delle aree cliccabili (ideali per quiz geografici regionali).

Creating a Matching Game – ovvero attribuire nomi a categorie e sottocategorie. Osserviamo la videata:

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Si possono creare più colonne a seconda della tipologia di qui che si vuole proporre. La più semplice (due colonne) potrebbe essere basata sul collegamento tra una data ed un evento (Storia), tra uno Stato e la capitale (geografia), tra una parola in lingua italiana e una in lingua straniera (lingua), tra una breve espressione ed il suo risultato (matematica).

Tre colonne: un esempio film, attore e personaggio recitato

Quattro colonne: una frase da ordinare.

Semplifichiamoci la vita e proviamo a creare un quiz storico: “Conosci la data?”. Dopo avere riempito gli spazi vuoti, al fine di indicare titoli del quiz, genere, regole, etc., cominciamo – per ogni riga – a scrivere una data e un fatto. Ah… nel Game Settings, ricordatevi di precisare se volete l’intestazione o no per ogni colonna.

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Ecco qui. Ricordiamoci di scegliere un’immagine di sfondo… consiglio: non cliccate sulle carotine; servirebbero per rendere più difficile il gioco, ma non mi sembra il caso…

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Cliccate su Save e Publish e offrite il gioco. Ecco che vedrete cliccando su Play.  Si tratterà di cliccare prima sulla data e poi sull’evento. Se l’accoppiamento è giusto, comparirà il colore verde su entrambi i tasselli.

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Creating a “Type-the-Answer” Game –  Questo è il quiz che offre più spazio di manovra. Tutto parte da parole che dobbiamo scrive nel box a fianco del bottone answer, pertanto ci si può veramente sbizzarrire. Potremmo semplicemente fare un test su tutti i capoluoghi di regione d’Italia: chi crea il quiz inserisce tutti i nomi di città che poi verranno nascosti e il giocatore dovrà, a memoria, inserirli tutti fino alla fine (o, seconda delle regole di gioco).

Oppure si può creare un gioco con il vocabolario: definizioni e parole. Questo potrebbe essere l’esempio base, tanto per comprendere come funzione questo complesso modulo “interrogativo”. Proviamoci. Guardiamo la schermata:

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In verità, a smanettare con il Design Layout e il Game Settings si possono inserire diverse varianti che potrete scoprire strada facendo: per ora limitiamoci ad inserire le definizioni e il vocabolo.

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Appena salviamo e pubblichiamo, arriviamo qui:

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E, piano piano, il giocatore dovrà inserire le parole richieste dalle definizioni.

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Creating a “Multiple-Choice” Game – Classico qui a scelta multipla. Possiamo aggiungere eventuali immagini, opzioni e molto altro. Vediamo di creare un quiz di Storia dell’Arte.

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Inseriamo le varie domande, salviamo, pubblichiamo e poi diamo in pasto il gioco alla rete.

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Create a Slide Quiz – Al momento c’è la versione beta, purtroppo non pienamente funzionante. Si tratta di un quiz a scelta multipla, corredato da immagini. Appena sarà più stabile, provvederò a completare questo post.

Per il momento direi che di carne sul fuoco ce ne sia abbastanza… (Riccardo Storti)